Urla e pianti inconsolabili nel sonno: come gestire il pavor notturno
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Pianti ed urla disperate nel cuore della notte, espressioni di terrore, aumento del battito e ad altre manifestazioni che possono far pensare ad un incubo o ad un forte dolore. Il pavor notturno è un fenomeno che spaventa e preoccupa i genitori, specialmente quando capita improvvisamente e non se ne è a conoscenza.
Il pavor notturno è un fenomeno diffuso ed innocuo, che si manifesta senza alcun preavviso. Imparare a riconoscerlo e gestirlo è quindi fondamentale per tutti i neo-genitori.
La reazione più naturale ed immediata è quella di svegliare il bambino durante la crisi, prenderlo in braccio e provare a rassicurarlo. Niente di più sbagliato! Si rischia solo di traumatizzare il piccolo con un risveglio violento. Sembra incredibile, ma durante le crisi di terrore notturno i bambini continuano a dormire e al risveglio non ricordano niente!
Come comportarsi? Ne abbiamo parlato con il team scientifico di Tadà, composto da professionisti dell’età evolutiva.
Pavor notturno: cos’è, come riconoscerlo
Il pavor notturno è un fenomeno fisiologico piuttosto frequente tra i 2 e i 12 anni, che tende poi a scomparire con l’adolescenza.
Il cosiddetto Terrore Notturno si manifesta con crisi di notevole intensità: il bambino grida all’improvviso, piange, può essere pallido o paonazzo, irrigidirsi o sudare.
Lo distinguiamo dal classico pianto proprio per questi sintomi che suggeriscono che il bambino sia in un momento di grande spavento. Spesso è associato ad aumento della frequenza cardiaca, a pupille dilatate e perdite di urina. Il fenomeno si manifesta durante il sonno profondo, solitamente nella prima parte della notte. Il bambino è totalmente inconsapevole: lui continua a dormire per tutto il tempo della crisi. Terminato l’episodio, continuerà a dormire come nulla fosse e al suo risveglio non ricorderà nulla. Se viene svegliato nel corso della crisi, i suoi ricordi saranno legati solo al risveglio.
Perchè succede
Il fenomeno è assolutamente innocuo e molto comune, con crisi che di solito durano intorno ai 2-3 minuti ma in alcuni casi si protraggono anche per 30 minuti.
Gli episodi di pavor notturno si verificano con frequenza variabile e non prevedibile ( possono verificarsi anche una sola volta nella vita) e dipendono da un’attivazione del sistema limbico, il sistema del cervello che gestisce le emozioni. Non si tratta quindi di un incubo nè di un attacco di panico e non dipende da esperienze che il bambino ha vissuto.
Pavor notturno: come gestire le crisi?
Sembra incredibile, eppure il modo migliore per gestire il terrore notturno è…non fare niente!
“Se svegliamo il bambino, rischiamo solo di spaventarlo. Lui/ lei sta ancora dormendo e non si accorge di niente: se lo/la svegliamo finiremo solo per creare un’immagine negativa del risveglio. Mamma e papà chini su di noi, spaventati, che tentano di rassicurarci: allora sì che il bambino si spaventerà! Dobbiamo ignorare le crisi e resistere alla tentazione di prendere o consolare il bambino, attendendo pazientemente che passi. Al massimo possiamo rassicurarlo dolcemente susssurrando qualche parola, ma evitiamo di toccare il bambino. Il contatto potrebbe peggiorare la crisi. Il terrore notturno non è assolutamente collegato a problemi neurologici e non dobbiamo allarmarci: non crea alcun problema di salute e passerà con l’età. Mettiamo però in sicurezza la camera, allontanando tutti gli oggetti che nostro figlio potrebbe urtare nel sonno e prediligiamo il lettino montessoriano, più sicuro in caso di pavor nocturnus. Se si verifica un episodio di pavor notturno, evitiamo di raccontarlo al nostro piccolo il giorno dopo. Rischieremmo solo di predisporlo a disturbi d’ansia” spiega la dottoressa Lucia Avino, neuropsicomotricista dell’età evolutiva e founder di Tadà.
Per ridurre la frequenza degli episodi, prestiamo attenzione all’igiene del sonno del nostro bambino, mantenendo un regolare ritmo sonno-veglia ed evitando bibite contenenti caffeina di sera. Leggi anche l’articolo su come impostare la routine della buonanotte per una nanna serena.