Hansel e Gretel: alcune fiabe spaventano il mio bambino?

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Non è mai troppo presto per iniziare a leggere con i bambini: in questo articolo vi abbiamo spiegato perché e come leggere per ottenere il massimo beneficio dalla lettura condivisa. Ma la scelta di cosa leggere non è così scontata. Molti genitori si chiedono se le fiabe siano educative per i bambini ed altri addirittura non credono nell’importanza di leggerle. Tutti ci siamo chiesti prima di leggere Hansel e Gretel: alcune fiabe spaventano il mio bambino?

Le fiabe insegnano ai bambini il senso critico

La lettura ad alta voce è un’abitudine che può essere intrapresa già nel primo anno di vita del bambino.

 

Perché leggere tutte le fiabe

Secondo autorevoli esperti come il prof. Silvano Petrosino, cattedra di Antropologia all’Università Cattolica, le fiabe meritano invece un posto d’onore al pari dei grandi classici della letteratura: ci aiutano a scegliere, contengono verità fondamentali ed anche da adulti possiamo continuare ad immedesimarci nei personaggi. 

 

Le fiabe in fondo  sono rappresentazioni di esperienze di vita universali: la perdita, l’abbandono,  il dolore, la resilienza, l’invidia sono emozioni che tutti abbiamo vissuto, nel loro piccolo anche i nostri figli. Eppure molti genitori sono spesso perplessi anche di fronte alle fiabe più famose: lupi cattivi, sorellastre infide, genitori che abbandonano i figli nel bosco. Tutti ci siamo chiesti, almeno una volta: non sarà troppo spaventoso? Mio figlio/a capirà fino in fondo? 

La fiaba Hansel e Gretel, come dicevamo, è una delle fiabe più belle, più famose e più discusse  al mondo. I due fratellini vengono abbandonati al loro destino nel bosco (dal padre!)  e poi capitano nelle grinfie di una perfida strega che vuole mangiarli. 

Decisamente troppo, secondo molte famiglie. Eppure Hansel e Gretel hanno qualcosa da insegnarci: come diventare autonomi ed  imparare a fare delle scelte. Il loro è un percorso di iniziazione dal mondo ovattato e sicuro dell’infanzia al mondo reale dell’età adulta, dove si è responsabili di se stessi ed i pericoli esistono, spesso mascherati da invitanti casette di marzapane. 

Oltre la morale delle favole e delle fiabe: imparare il pensiero critico 

Molti genitori credono che Hansel e Gretel sia troppo cruda e violenta: non vogliono passare ai bambini il messaggio che per affermarsi occorra ricorrere alla violenza (e gettare nel forno le streghe che inevitabilmente incontreranno sul loro cammino). Quindi è meglio evitare alcune fiabe?

 

“Non condividerne i modelli non significa che dobbiamo evitare di raccontare alcune fiabe. L’ascolto di una fiaba, con la sua componente di meraviglioso, è sempre la chiave d’ingresso verso un mondo magico, che rassicura i bambini con una piacevole routine e nutre la loro immaginazione” spiega la dottoressa Lucia Avino, neuropsicomotricista dell’età evolutiva e founder di Tadà, app di storie animate a misura di bambino.

“Possiamo usare tutte le fiabe per iniziare una conversazione con i nostri bambini ed aiutarli a capirne la morale. Il nostro compito come educatori è proprio quello di aiutare i bambini a dare un nome alle proprie emozioni: i bambini hanno bisogno di sapere che il pericolo esiste, ma in un mondo sicuro, proprio come quello delle fiabe. Dobbiamo fidarci del nostro giudizio di genitori ma anche di quello dei nostri figli: se una fiaba li spaventa, i nostri bambini ce lo diranno” 

Ogni bambino ha un orologio interiore che ne segna la crescita: in base all’età e al grado di sviluppo del nostro piccolo, possiamo quindi scegliere pian piano le storie da leggere insieme, partendo da versioni più semplici e brevi per poi proseguire con quelle più lunghe ed  articolate, man mano che il nostro piccolo cresce e migliorano attenzione e curiosità. 

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“Le fiabe non dicono ai bambini che esistono i draghi. I bambini sanno già che esistono i draghi. Le fiabe dicono ai bambini che i draghi possono essere uccisi. ” G.K. Chesterto