CAA: perchè e come usarla alla scuola dell'infanzia
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In un bambino che sta crescendo, l’assenza di una modalità efficace per interagire e comunicare con gli altri determina molte ricadute negative su tutti i piani dello sviluppo: relazionale, linguistico, cognitivo, sociale, delle autonomie. Se non viene introdotto precocemente un sistema di comunicazione le possibilità di apprendimento risultano più limitate, se non addirittura annullate. Non soltanto con riferimento al contesto scolastico, ma a tutte le situazioni quotidiane, in cui è possibile acquisire informazioni ed abilità nuove, come ad esempio, nelle interazioni con familiari ed amichetti. La Comunicazione Aumentativa Alternativa si rivela quindi molto preziosa con bambini in età pre-scolare: simboli ed immagini hanno un’influenza positiva sul linguaggio, sulla comprensione, sui comportamenti disturbanti dei bambini e sulla loro capacità di rispettare le regole. Questa influenza positiva non riguarda soltanto bimbi che presentano difficoltà di attenzione o disturbi del linguaggio o del comportamento, ma anche la maggior parte dei bambini a sviluppo standard. L’immagine, fornendo una indicazione più sintetica rispetto al linguaggio ed essendo più stabile rispetto alle parole, raggiunge i bambini in una forma più efficace e duratura. Ne abbiamo parlato con la dottoressa Lucia Mazzoli, pedagogista del team scientifico di Tadà: dalla sua esperienza con tantissimi bambini alla scuola dell’infanzia sono nate le ministorie in app, storie brevi e semplici che parlano di routine familiari ai bambini, come la merenda o la vestizione, perfette da usare con bimbi da 18 mesi a 5 anni.
Lucia, quali sono i vantaggi di usare la Comunicazione Aumentativa Alternativa già alla scuola dell’infanzia?
La Caa consente innanzitutto di stimolare e migliorare il linguaggio dei bambini creando un linguaggio univoco: io per esempio dico “Mettiamo in ordine”, ma un altro può dire “Riordiniamo” e per un bambino piccolo può essere difficile capire.
L’uso dell’immagine, anche senza scritta, ci consente invece di creare una comunicazione universale.
Noi utilizziamo la Comunicazione Aumentativa Alternativa innanzitutto per stabilire delle regole, avendo un’alta percentuale di bambini non italofoni. Questo ha modificato il tessuto sociale della scuola e ci impone un continuo ripensamento dell’organizzazione scolastica e della gestione dei rapporti con le famiglie.
Una delle preoccupazioni più diffuse, specie tra i genitori, è che la CAA possa inibire anziché formare il linguaggio.
È vero il contrario. L’utilizzo dei simboli della Comunicazione Aumentativa Alternativa favorisce e non inibisce lo sviluppo del linguaggio verbale in termini di lessico e costruzione frasale perchè aiuta in primis la comprensione delle frasi, anche di quelle più complesse. Basti pensare che è efficace per insegnare la nuova lingua ai bambini non italofoni. Di recente, un bimbo bengalese ha imparato il concetto di riordinare nella nostra lingua perché ha riconosciuto la parola dall’immagine. E andava fra i compagni dicendo “Ordinare ordinare”, appena mi ha visto indicare l’immagine. Dalla mia esperienza in decenni di insegnamento in cui ho utilizzato la CAA con Bambini con Bisogni Educativi Speciali, ho avuto modo di verificare i risultati positivi che la CAA riesce ad apportare nel processo evolutivo di ogni bambino. Non dobbiamo usarla solo in virtù di un bisogno, dobbiamo usarla anche per scherzare o comunicare qualcosa di diverso da un bisogno o una regola.
Come possiamo approcciarci alla CAA se è la prima volta che la utilizziamo?
Il primo e più semplice strumento di CAA in uscita, dopo la raccolta di segnali, è rappresentato dall’offrire al bambino opportunità di scelta in tutte le situazioni possibili, in modo fortemente motivante. Scegliere restituisce la possibilità di essere attivi e la sensazione di poter controllare il mondo intorno a sé, limitando il rischio che sia sempre l’altro a interpretare il mio pensiero. Pone, inoltre, le basi per un’autonomia futura. Quindi diamo sempre al bambino la possibilità di scegliere tra più opzioni, senza anticiparne la risposta.
Alcuni simboli sono meno trasparenti di altri, è utile quindi introdurli ed insegnarli attraverso storie e giochi. Attraverso le storie, i bambini possono imparare e memorizzare simboli che useranno poi anche nella vita di tutti i giorni. Tutti i simboli, soprattutto quelli meno immediati, vanno sempre contestualizzati: se stiamo chiedendo ad un bambino se vuole ancora un po’ d’acqua, mettiamo la mano sul simbolo ANCORA mentre parliamo.
Quando c’è la barriera del linguaggio tendiamo a credere che un bambino sia meno capace. La CAA invece ci consente di valutare il vero potenziale dei bambini. Possiamo accorgerci che un bambino, anche se non si esprime ancora bene, non conosce la lingua o ha un bisogno speciale, in realtà partecipa in modo attivo: segue con gli occhi, indica, risponde attraverso il simbolo.
App utili in CAA: le ministorie di Tadà
Le ministorie di Tadà sono brevi storie animate in simboli, che ho creato e validato insieme al team scientifico di Tadà proprio per bambini molto piccoli, bambini speciali o non italofoni. Tutti i simboli sono trasparenti, non opachi.
I simboli trasparenti non richiedono alcuna spiegazione, perché il loro significato è immediatamente evidente in quanto ovvia rappresentazione del concetto a cui fanno riferimento.
Le ministorie parlano di routine molto semplici: in Kevin e giochi c’è un bimbo che mette in ordine i giocattoli, Linn si veste ha per protagonista una bimba che sceglie gli abiti e in Tahi e la merenda la piccola Tahi apre e chiude il frigo selezionando gli alimenti da mangiare per merenda. Frasi brevi, ripetitive ed immagini semplici e chiare: in Tahi e la Merenda, per esempio, la cucina della storia è un ambiente pulito, contiene solo il frigo da cui Tahi prende la merenda. Questo per essere sicuri che anche i bimbi non italofoni o i bimbi Bes comprendano la storia, senza distrarsi a guardare altre immagini.
Le frasi sono ripetute con uno schema regolare, in modo che sia più semplice per i bambini apprendere e memorizzare nuovi vocaboli ed espressioni. Ogni ministoria ha le sue frasi peculiari, come OH CHE BELLO che Linn ripete dopo aver indossato un nuovo accessorio. Questo rende l’ascolto divertente e consente a tutti i bambini di vocalizzare il suono e partecipare in modo attivo.
Io consiglio sempre di partire dalla drammatizzazione della storia, perché per un bimbo molto piccolo o non italofono potrebbe essere difficile cominciare direttamente dalla visione della fiaba: nel caso di Tahi e la merenda, per esempio, prendo un bambolotto, una scatola che faccia da frigo ed inizio ad introdurre la storia togliendo uno dopo l’altro gli elementi dalla scatola. Solo dopo passo alla visione della fiaba animata sulla Lim.
Si può quindi creare un vero e proprio laboratorio pratico.
Dal punto di vista cognitivo ogni classe è molto eterogenea e pertanto è necessario trovare metodi, strumenti e strategie che permettano alle insegnanti di “arrivare a tutti” in maniera stimolante, coinvolgente ed inclusiva. Con le tecnologie gli studenti diventano i principali protagonisti del processo di apprendimento.
Il nostro intento con le ministorie di Tadà è stato proprio quello di aumentare l’accessibilità, il coinvolgimento e la fruizione attiva alla lettura Il racconto di esperienze che comunemente i bambini vivono, diventa solo la partenza di una bella e coinvolgente avventura che, grazie ai materiali di gioco correlati alla storia, permette ai piccoli lettori di ricostruire i personaggi e le situazioni presentate nell’App. Così riproponendo le scene, giocando con i compagni, tutti i bimbi hanno la possibilità di sentirsi protagonisti e di comprendere la sequenza di quanto ascoltato. Dopo la drammatizzazione, possiamo quindi guardare insieme la fiaba o registrarla con le nostre voci e quelle dei bambini. Dopo la fiaba possiamo lavorare sulla comprensione attraverso i giochi digitali e le attività in pdf. I giochi correlati alla storia oltre a favorirne la comprensione e ad esercitare abilità come l’attenzione e la memoria permettono l’acquisizione di abilità sociali come l’attesa, l’alternanza del turno, la condivisione. La semplicità di storie e giochi non ha perso di vista l’importanza di leggere e giocare per tutta la classe. Pertanto, il tutto è stato pensato e creato per risultare attraente, fruibile, sfidante anche per un intero gruppo di bambini, con capacità cognitive anche brillanti. Dopo le ministorie ci sono giochi digitali e PDF per continuare a giocare con la storia. Nel caso di Kevin e i giochi, per esempio, dopo la visione della ministoria giochiamo con i giochi di Kevin. Facciamo la lotta con i dinosauri, la gara di automobiline e le torri con i mattoncini, proprio come nella storia. Così riproponendo le scene, giocando con i compagni di scuola, tutti hanno la possibilità di sentirsi protagonisti e di comprendere la sequenza di quanto ascoltato.
Vuoi provare la lezione gioco con Kevin e i giochi con la tua classe? Compila il form, ti invieremo il kit per drammatizzare e giocare dopo la visione della ministoria in app. Non hai ancora l’app? Scarica Tadà
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